Un tema come non mai scottante, controverso, doloroso. Che cosa sta accadendo alla nostra libertà? Abbiamo perso, in queste settimane, la libertà di uscire dalle nostre case. La libertà di viaggiare e di esplorare. La libertà di incontrarci, di divertirci insieme, perfino di abbracciare. La libertà di spendere e di guadagnare. La libertà di andare a lavorare, di aprire le serrande del nostro negozio la mattina e di chiuderle la sera. La libertà di non avere paura. La libertà di fare quello che vogliamo. E non solo: forse ci sono in gioco libertà ancora più grandi, politiche, sociali. E non sappiamo quanto a lungo tutto questo durerà, quali saranno le conseguenze e quali altre restrizioni ci troveremo ad affrontare.
Tutto questo è vero, ed è fondamentale averne consapevolezza e non adagiarsi nell’assuefazione. Eppure… Eppure stiamo scoprendo altre, preziose libertà. La libertà di scegliere di sentirci liberi anche se “prigionieri” dentro casa. La libertà di mettere da parte i desideri personali per rispetto dell’altro e per il bene della collettività. La libertà di affermare la speranza in mezzo alla paura. La libertà di riappropriarci di un tempo che prima ci sfuggiva tra le dita, di coltivare il silenzio e l’interiorità. La libertà di essere quello che vogliamo veramente, quello che siamo sempre stati mentre eravamo inconsapevolmente prigionieri: di ingranaggi non nostri, di vecchi schemi, di abitudini prive di significato che non eravamo più neppure in grado di vedere.
La prima volta che ho compreso il senso della libertà avevo diciotto anni. Dopo una giornata trascorsa nell’angosciante atmosfera di una Berlino Est in cui mi sentivo addosso mille occhi inquisitori, quando ho varcato di nuovo la frontiera con l’Occidente, attraversando “il muro” a Checkpoint Charlie, mi sono messa a danzare di gioia. Ero libera, libera!!! Libera di fare quello che volevo, di entrare in un supermercato e comprare qualunque cosa, di abbracciare e baciare il mio ragazzo, di urlare al vento i miei sogni e le mie opinioni. Per anni, è stata questa la mia esperienza e definizione della libertà.
Adesso, però, mi viene da pensare che la prima volta che ho respirato davvero la libertà sia stato dieci anni dopo, quando ho imparato a meditare. Quando ho assaggiato per la prima volta cosa significhi sentirsi liberi a prescindere da qualunque circostanza. Liberi nella mente e nel cuore, liberi nell’anima anche dietro le sbarre di una prigione.
Non è facile vivere questa libertà interiore. Ci vuole pratica, costanza, infinita pazienza e disciplina, perché la mente ci riporta sempre nella gabbia dell’illusione. Ci fa credere di essere liberi quando, in realtà, siamo prigionieri (di noi stessi, del passato, dell’ambiente e delle consuetudini); e di essere prigionieri quando invece, nel profondo della nostra anima, c’è solo libertà. Certo, dobbiamo essere vigili e fare di tutto per tutelare le nostre libertà esteriori. E, al tempo stesso, comprendere che la chiave della vera gabbia non è fuori, nelle mani di qualcun altro, ma proprio qui, dentro di noi. E che andare dentro, nel silenzio, è l’unica via verso la vera LIBERTÀ, la libertà dell’anima, che nessun governo, nessun virus, nessuna circostanza o persona potrà mai portarci via. Perché noi siamo la libertà stessa, per l’eternità.

Saggezza
Eppure mi sembra, in questi giorni, che stiamo tutti correndo...
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