Pace

Yogananda diceva che dovremmo imparare a essere “attivi nella calma e calmi nell’attività”. E questa è una grande sfida per noi yogi metropolitani, immersi dalla mattina alla sera in tante attività, impegni e contatti sociali. Sì, lo so che forse qualcuno di voi ha già un sorrisetto ironico sulle labbra al pensiero che l’idilliaca vita qui ad Ananda possa essere considerata una “vita metropolitana”… Ma anche qui abbiamo la nostra bella intensità e anche per noi “correre con calma” (un’altra bellissima espressione di Yogananda) è spesso un’arte da imparare.
Lo è sicuramente per me, ex manager e donna super-efficiente abituata a correre! Ricordo ancora, dopo qualche mese che vivevo qui ad Ananda, il momento in cui mi sono resa conto che avevo l’abitudine di camminare di corsa anche quando non c’era nessuna fretta. Respirare, rallentare… È quello che ho fatto in questi giorni di stacco. E adesso guardo l’agenda che si sta di nuovo riempiendo e… respiro, rallento. È tutto un grande gioco, la mente vuole scappare nelle vecchie abitudini e l’anima, un po’ alla volta, le ricorda come si fa a cambiare. Respira, rallenta. A volte basta davvero poco per rimanere nel centro e correre con calma. O non correre affatto, a seconda di quello che è veramente necessario e non solo una vecchia abitudine.
E questa è anche la bellezza di noi yogi metropolitani: quando c’è da correre corriamo. Non ci tiriamo indietro davanti alle richieste e alle esigenze della vita, non ci chiudiamo nelle grotte himalayane (anche se a volte lo vorremmo tanto!), ma impariamo – chi più facilmente e chi meno, chi prima e chi dopo – l’arte di vivere lo Yoga in ogni attività, di rimanere centrati, interiormente allineati e spiritualmente connessi anche fuori dal tappetino. Questo è stato il grande esempio che ci ha dato Swami Kriyananda. Perché leggerlo nei libri e sentirlo dire dai grandi Maestri come Yogananda è un conto, ma vederlo con i propri occhi è un altro. Swamiji era una delle persone più attive che io abbia mai conosciuto. Ha scritto 150 libri, 400 brani di musica, ha fondato Ananda India quando aveva quasi 80 anni, era instancabile nel suo servizio al Guru… Eppure non era mai agitato, mai stressato, da lui emanava sempre una tangibile aura di calma e di pace. La pace che viene dalla meditazione e dal portare la pace della meditazione in ogni attività.

E così, guardo la mia agenda che si sta riempiendo e respiro, rallento e mi dico… posso farcela, ce la farò… ce la sto già facendo!!! Buona giornata a tutti, carissimi amici yogi metropolitani, con tanta pace nel cuore e nell’anima. E che oggi possiamo tutti respirare, rallentare o correre con calma, uniti nella meravigliosa consapevolezza della PACE profonda che abbiamo dentro, anzi, che SIAMO!

Ciao, sono Sahaja!

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