Semplicità

Alla fine, tutto è davvero semplice. E se a volte ci sembra complicato, è solo perché abbiamo accumulato tante cose: pensieri, abitudini, attaccamenti, ferite, tanti pezzi del nostro passato, tante interpretazioni della realtà. Li abbiamo ammassati nel nostro armadio interiore e, un po’ alla volta, sono diventati così fitti da non lasciare spazio per nient’altro, da non far filtrare più la luce della Verità.

Alla fine, tutto è davvero semplice. E se a volte ci sembra complicato, è solo perché abbiamo accumulato tante cose: pensieri, abitudini, attaccamenti, ferite, tanti pezzi del nostro passato, tante interpretazioni della realtà. Li abbiamo ammassati nel nostro armadio interiore e, un po’ alla volta, sono diventati così fitti da non lasciare spazio per nient’altro, da non far filtrare più la luce della Verità.
È per questo che, ogni tanto, bisogna prendere il coraggio a due mani, tirare fuori tutto, fino all’ultimo spillo, e pulire per bene quell’armadio interiore. Guardare in ogni angolo, rimuovere ogni granello di polvere, ogni minuscolo frammento che si è appiccicato lì e non vuol saperne di essere rimosso.
E non bisogna avere fretta di riempirlo nuovamente, ma rimanere lì per un po’ a guardare quello spazio vuoto. Anche se è scomodo, anche se a volte fa paura. Perché solo così può emergere la visione di cosa vogliamo di nuovo metterci dentro: quali parti di noi, quali ideali, quali progetti e direzioni di vita.
Capita, in quei momenti, di farsi prendere dallo scoraggiamento, guardando il mucchio informe e aggrovigliato di vecchie abitudini e identificazioni buttate lì sul letto, ognuna col suo bell’attaccapanni, pronta a riagganciarsi più di prima. Come ritrovare la semplicità di ciò che siamo e vogliamo veramente? Come distinguere tra i richiami del passato e la vera guida della nostra anima? Come riconoscere quello che è veramente importante e quello che, invece, è solo un desiderio effimero?
Ma poi, con calma, uno alla volta, prendiamo in mano quegli abiti così familiari, ce li mettiamo addosso, ci guardiamo allo specchio e prendiamo le nostre decisioni. Che cosa mi sta ancora bene? Che cosa sono disposto a eliminare? A volte ributtiamo dentro qualcosa che – lo sappiamo bene – in realtà non metteremo mai; ma non siamo ancora pronti a lasciarlo andare. Altre volte ci accorgiamo che c’è qualche piega da spianare, qualche buchetto da rammendare, qualche macchia da rimuovere. O che serve un po’ d’aria fresca per mandare via qualche vecchio ricordo del passato… Ci vuole tempo, pazienza, fiducia che tutto troverà il suo giusto posto e che ci sarà di nuovo ordine dentro di noi, chiarezza e nuovi colori e forme da poter accogliere.
Queste pulizie “stagionali” sono davvero importanti. Lasciar andare quello che non siamo più, riparare quello che si era rotto, ritrovare gratitudine e apprezzamento per quello che scegliamo di conservare. E, in questo processo di progressiva scrematura, avvicinarci sempre più alla nostra intrinseca SEMPLICITÀ. Diventare sempre più scarni ed essenziali, come la lumachina di questo disegno, che porta con sé solo quello che le serve veramente: la sua Casa – con la C maiuscola – nella quale rifugiarsi, e ritrovarsi.

Ciao, sono Sahaja!

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