Ci eravamo allenati, nelle prime fasi della nostra quarantena collettiva, a ringraziare per i doni che questo periodo così strano stava portando nella nostra vita. Più tempo, più casa, più ricette da sperimentare, più giochi con i figli, più yoga, più libri, più valori, più di tante cose per le quali prima non trovavamo tempo o spazio nelle nostre vite. Certo, per qualcuno è stata dura fin dall’inizio provare gratitudine. Gratitudine per le settimane in rianimazione? Per i genitori anziani e sofferenti lasciati soli nel momento del massimo bisogno? Per le sirene che squarciavano il silenzio spettrale delle città vuote? Per le bare accumulate nelle chiese? Per i negozi chiusi e i portafogli vuoti? Per le convivenze nei piccoli spazi soffocanti? Per i turni massacranti in ospedale con lo spettro costante della morte? Difficile essere sempre grati, eppure…
Eppure, perfino in quei momenti, spesso faceva capolino, inaspettato, un piccolo “grazie” per il fiore sbucato nell’asfalto, per l’uccellino posato sul balcone di un appartamento senza cielo, per la telefonata di un amico ritrovato, per le canzoni dai tetti, per un’altra giornata senza contagio o per la guarigione di una persona cara. Ma adesso?
Da qualche settimana sento nell’aria tanta insoddisfazione. Come se la gratitudine fosse lontana, sepolta sotto le macerie delle aspettative, del disinganno, della stanchezza, della paura per il futuro, della sfiducia nella scienza e nei governi, della speranza sempre più flebile di una vera soluzione, del timore che il “nuovo mondo” tanto desiderato fosse solo un sogno già dimenticato. Non sento la gioia per quello che stiamo ritrovando, ma la frustrazione per quello che avremmo voluto e non c’è ancora. Sento parole dure, giudizi, accuse. Visi contratti, sorrisi perduti.
E allora cerchiamo, tutti insieme, di ritrovare la nostra GRATITUDINE, quella forza potente che può dare nuovo colore alla grigia quotidianità nella quale sembriamo sprofondati. Grazie per quello che verrà, per quello che c’è, per quello che è stato. Grazie per dove sono oggi, per dove sarò domani, anche se non sarà come me l’ero immaginato. Grazie per ogni sfida, ogni respiro, ogni attimo di divina comunione. Grazie per ogni piccolo sprazzo di cielo, per ogni sorriso intuito dietro una mascherina, per ogni serranda che si solleva, per ogni sogno che posso ancora coltivare, per ogni preghiera, per ogni battito del mio cuore. Grazie per questa avventura. Grazie, soltanto grazie… E un po’ alla volta, il cuore si apre di nuovo alla Luce.
Le lezioni del nostro corpo
Ho sempre avuto una salute di ferro e mi considero...
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