Le nostre croci sono tante. E così diverse le une dalle altre!
Alcune sono così pesanti che ci fanno cadere ad ogni passo, e ci sembra di non riuscire a realizzare niente, ma proprio niente nella vita a causa loro. Spesso sono le croci del passato, della nostra storia. Il loro legno è intriso della sofferenza di un’intera vita, o di tante nostre vite. A volte, anche del dolore di chi è venuto prima di noi. Sono croci che ci sembra impossibile toglierci di dosso. E con ogni ricordo, con ogni racconto, con ogni lacrima, si fanno più pesanti.
Ci sono croci che, col tempo, sono diventate più leggere. Sono sempre lì, sulle nostre spalle, ma abbiamo accettato di portarle perché comprendiamo che, almeno per ora, questo è ciò che siamo venuti a fare. E in quell’accettazione, in quel cercare sempre più di comprenderne il senso e il dono, si alleggeriscono e, talvolta, cominciano a fiorire.
Ci sono croci che, pur non essendo pesanti e neppure ineluttabili, ci si sono incollate addosso. Così tanto che resistiamo all’idea di lasciarle andare. Ormai ci sembrano appendici del nostro corpo, parte integrante del nostro essere, della nostra identità. Chi saremmo senza quel peso, senza quel ruolo nella vita, senza quella zona di comfort, seppure così limitante? E così, per paura di quella leggerezza e di quella libertà, rinunciamo e ci rassegniamo.
E poi ci sono le croci che ci siamo tolti di dosso. Forse è arrivato qualcuno ad aiutarci – un amico, un maestro – e abbiamo capito che potevamo farlo. Che potevamo ricordare chi siamo veramente, che potevamo scegliere la felicità, l’amore, l’espansione. Che potevamo lasciare gli antichi patti e sensi di colpa, i legami e le limitazioni, e aprirci a risorgere. E anche se all’esterno nulla è cambiato, anche se le prove della vita sono ancora lì, non le vediamo più come croci. Abbiamo schiodato quei due legni, li abbiamo piantati ai lati della nostra strada e sono diventati un arco fiorito: un arco di trionfo! E noi lo attraversiamo, sentendoci ormai liberi, consapevoli e aperti alle meraviglie della Vita.
Qualsiasi sia la tua croce oggi, e in qualsiasi modo tu la stia portando, ti auguro con tutto il cuore che le potenti energie di questo Venerdì Santo illuminino il tuo cammino, ti facciano sentire infinitamente amato e sostenuto, e ti diano la forza di fare un passo in più verso la Luce, con o senza la tua croce sulle spalle.
Ti benedico con tutto il mio amore, perché so cosa vuol dire sentirsi addosso il peso schiacciante della croce… ma so anche cosa vuol dire, un po’ alla volta, lasciarlo andare e risorgere. E questo è quello che desidero anche per te, e per tutti!