La lezione della Romagna: allenare i muscoli interiori

I tragici eventi che in questi giorni hanno colpito la Romagna ci stanno mostrando quanto sia importante allenare i nostri “muscoli interiori”.

• Innanzitutto, siamo stati messi ancora una volta di fronte al fatto che la vita è imprevedibile e che niente a questo mondo ci appartiene veramente.

Ecco quindi il primo “muscolo” da sviluppare: quello del NON ATTACCAMENTO. Un allenamento importantissimo e complesso, perché i nostri attaccamenti sono così tanti, e a così tanti livelli: non solo alle cose materiali, ma anche alle persone care, alla nostra identità, al nostro corpo, a questa vita terrena…

E proprio perché è così difficile lasciar andare i nostri attaccamenti, spesso la vita ci costringe a imparare a farlo con la forza! Per questo è importante allenarci nei tempi tranquilli, così da non farci cogliere impreparati.

Per sviluppare questo muscolo, oltre alla meditazione, possiamo utilizzare questa pratica consigliata da Swami Kriyananda: osservare ogni sera il nostro cuore e tagliare, una a una, tutte le corde che lo tengono legato agli oggetti e alle persone. L’immagine che lui usa è bellissima:

Immagina che i tuoi attaccamenti si innalzino in alto nel cielo, come palloncini. Osservali svanire in lontananza. Poi torna a concentrarti sul tuo cuore; lì, assapora il sentimento di sollievo e libertà interiore.

• Un altro importantissimo “muscolo” da sviluppare è quello della FORZA INTERIORE: una lezione così importante e indispensabile per tutti, viste le sfide che sempre più sembrano manifestarsi tutt’intorno a noi!

Un grande esempio di forza interiore che ho ricevuto in questi giorni è stato quello della mia cara amica Barbara, che ha dovuto affrontare grandi prove a Cesena a causa dell’alluvione. Barbara ha dimostrato una forza incredibile, anche in situazioni veramente drammatiche.

Una forza coltivata negli anni, con un instancabile lavoro interiore, con la meditazione, la fede, la preghiera, e imparando a trovare sempre il lato positivo delle cose. Fino al punto di riuscire a trovare dentro di sé una profonda calma perfino nelle ore più cupe della tragedia, a scorgere benedizioni perfino nella perdita della sua casa d’infanzia e a concentrarsi con fiducia nell’attrarre nuove opportunità, invece di farsi prendere dallo sconforto.

Un allenamento, anche questo, che deve essere costante, come ci ricorda Yogananda (in un meraviglioso libro appena pubblicato da Ananda Edizioni, Come vincere la paura):

«Chi di voi si impegnerà con costanza dimenticherà i propri belati mortali di debolezza, malattia e morte, e imparerà a ruggire con il potere dell’onnipotente immortalità».

• Infine, un altro “muscolo” importante da tenere sempre allenato è quello del PENSIERO POSITIVO.  

I maestri ci dicono che c’è sempre in atto nell’Universo una lotta tra le forze del buio e quelle della Luce. E quando la Luce si fa più forte, anche l’oscurità spesso si accanisce. Ma anche quando, come in questo periodo, tutto sembra sempre più oscuro e terribile, la vittoria in realtà è certa: la Luce è destinata a vincere!

La Luce, però, si serve di canali, e quei canali siamo noi. Ogni nostra preghiera ha un effetto potente, e anche ogni nostro pensiero, in qualsiasi circostanza: ogni pensiero negativo è un granello in più sul piatto della bilancia del buio, ogni pensiero positivo va ad accrescere il potere della Luce. Ricordiamocelo sempre: la nostra mente crea la realtà. Anche nel mezzo delle più grandi tragedie, perdite o ingiustizie, possiamo sempre scegliere su cosa concentrare il nostro sguardo e la nostra coscienza, come ci ha insegnato Barbara. E non è solo una possibilità, ma una RESPONSABILITÀ!

• Stiamo vivendo tempi di grande sfide, ma siamo benedetti ad avere così tanti strumenti (e così tanti “muscoli”!) per affrontarle. Soprattutto, vogliamo sviluppare IL MUSCOLO DELLA FEDE, come ci ispira a fare questa meravigliosa affermazione di Yogananda, tratta dai suoi Sussurri dall’Eternità:

Nella vita e nella morte, nella malattia,

nella carestia, nella pestilenza e nella povertà,

mi aggrappo a Te, poiché Tu solo puoi dimostrarmi che,

in tutte le esperienze duali della vita,

la mia anima rimane illesa.

Mi proteggerai sempre e mi farai capire

che sono immortale e non sfiorato dalle mutevoli condizioni

dell’infanzia, della giovinezza e della vecchiaia,

né dalle condizioni del mondo,

sia nella pace che nei conflitti.

Tanta Luce, amore e preghiere alla Romagna.

Ciao, sono Sahaja!

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